Carnaroli, il riso nato a Paullo
C’è la Storia che nasce dal territorio, dagli avvenimenti che vi si sono verificati, dalle persone che l’hanno fatto vivere. E ci sono prodotti della terra la cui storia nasce da un luogo. È questo il caso del riso superfino Carnaroli selezionato nelle risaie che circondavano Paullo dal risicoltore e agronomo Angelo De Vecchi.
Proprio a Paullo, nel lontano 1945, avviene l’evento straordinario che troverà un posto di rilievo negli annali della storia dell’agricoltura. Dallo studio sistematico e alle meticolose prove, ai test effettuati porzione di risaia per porzione di risaia, nasce la pianta di riso e conseguentemente il seme del riso Carnaroli ottenuto dall’incrocio tra il “Vialone” e il “Lencino”, con una cariosside di Oryza sativa japonica più affusolata e più lunga del consueto.
Chi custodisce il Carnaroli originario?
Successivamente, nei primi anni ’80, Achille De Vecchi figlio dell’ideatore del “Re dei risotti” prende la decisione che darà al Carnaroli la notorietà e il giusto riconoscimento. Cede all’Ente Nazionale Risi, con atto notarile, il materiale vegetale per proseguire la selezione conservatrice della varietà.
Da allora, nel Centro Ricerche sul Riso di Mortara dell’Ente Nazionale Risi, il Carnaroli è conservato in purezza. Sembra incredibile. Ciò che si è determinato settanta anni fa con studio e passione è avvenuto realmente nelle campagne che circondano Paullo. Ma un tempo era lo specchio delle risaie a caratterizzare il paesaggio paullese, quelle risaie che hanno dato vita a uno dei prodotti più straordinari dell’agricoltura italiana, il riso Carnaroli.